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365 racconti erotici per un anno - contiene il mio racconto Forse domani
365 racconti erotici per un anno

Cose preziose...

Di tesori preziosi, inestimabili, nella vita di una persona ce ne sono quasi sempre, e, di norma, questi tesori appartengono alla sfera privata; tesori come le persone care, amici e parenti stretti, quei tesori che ciascuno di noi cerca di tenere ben ancorato al proprio cuore. Quelle persone che anche a distanza di anni, anche dopo averle perse di vista, basta un cenno, un piccolo gesto, e subito gli anni diventano microsecondi, e il tempo viene cancellato, ma non l'affetto. Poi ci sono altri tipi di cose preziose; in questo caso sono dei piccoli tesori, di certo non paragonabili a quelli di cui sopra, che brillano di luce assoluta. Si tratta di quelle soddisfazioni, grandi o meno, che sono legate al "resto" della nostra esistenza. Piccole stelle nell'universo, che scintillano nell'immensità, nascoste alla maggior parte degli occhi solitari che si prendono la briga di scrutare la notte. Eppure quegli effimeri punti luminosi riescono a scaldare un poco il nostro cuore, quando se ne sente il bisogno. È cosa preziosa, per un bambino, un piccolo giocattolo, un pupazzo di peluche, una bambola di pezza; come un gol vincente nella partita in cui abbiamo sudato su un campo di pozzolana è pura euforia; oppure il sei stirato di un esame o di una interrogazione appare come una conquista della cima più alta... Piccole cose, per l'appunto, ma preziose in un modo che solo chi le conosce riesce a comprenderne l'importanza. Nulla a che fare con il denaro, la ricchezza, la fama, certo, ma non per questo, e in ogni caso non a dispetto di questo, questi sono tesori che per certi aspetti valgono molto di più di tanto altro. Per un ciclista, tagliare il traguardo per primo sulla pista di Roubaix non ha prezzo; lo stesso per un calciatore o uno sciatore che si ritrova ad alzare la Coppa del Mondo. Ma anche la volata finale nel circuito amatoriale ti resta dentro, così come gli applausi sinceri dei compagni di scuola durante la recita di fine anno... Per tutto il resto, ci sono i rettangoli di plastica, dicono... comunque di certo queste piccole cose hanno un loro valore... Per chi scrive, per chi ama raccontare le sue storie, le cose preziose spesso non hanno nulla in comune con i soldi, ma sono rappresentate da coloro che per vari motivi hanno dimostrato di aver apprezzato la lettura, il lavoro, la passione... In tutta umiltà, e comunque consapevole che difficilmente qualcuno leggerà questa mia riflessione, voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno regalato negli anni una piccola gioia, apprezzando, ma anche solo leggendo, le mie storie; e mi permetto di riportare su queste pagine le loro parole. Grazie a tutti. Luigi Brasili.


Motivazione giuria sul racconto vincitore del Premio Albero Andronico, sesta edizione (premiato il 15 marzo 2013): Il racconto è narrato secondo l'efficace tecnica delle sequenze fleshate e adotta anche dei bellissimi flash back nel finale. Rappresenta un omaggio all'umana solidarietà e sottende un profondo messaggio di circolarità del bene. Il giovane Patrick, infatti, si propone nella vita di divenire medico negli ospedali da campo dei paesi arretrati. Il testo ha tutte le caratteristiche del romanzo breve: ottimo plot narrativo, vitalità espressiva, stilettate stilistiche e cambi improvvisi di ritmo con effetti a sorpresa struggenti. Un autentico capolavoro!

“L'uomo della sabbia” è un racconto dai molti sapori, allo stesso tempo delicato e pungente, leggero e profondo, tenero e triste. Lo stile non dà spazio a fastidiose emersioni dalla lettura, è maturo, fluido. Il racconto si apre in medias res, in una situazione carica di emozioni. Il lettore viene calato nell'intimo del punto di vista della protagonista, in una narrazione caratterizzata dal non-detto. L'autore osa, ha fiducia nei propri mezzi e dà fiducia al lettore non concedendogli aiuti o spiegazioni. E il lettore, curioso di capirne le origini, è catturato da quelle emozioni, vive e verosimili, mai esasperate o goffamente enfatizzate. Un salto temporale nel passato e pian piano la situazione si svela, i tasselli vanno al loro posto, le emozioni trovano origine, le domande trovano risposta. In una cornice di tenerezza e sofferenza si dipana una storia che parla di amore, del possibile amore tra due persone che hanno entrambe un passato con cui fare i conti e dell'amore difficile, da riconquistare e da proteggere, tra genitori e figli. Mentre certi risvolti psicologici della vicenda suscitano riflessioni anche amare, l'immagine delle costruzioni di sabbia attorniate dai bambini del centro che fa da teatro alla vicenda è leggera, quasi poetica, evocativa dell'innocenza e dei ricordi dell'infanzia. Apprezzabile anche l'originale adesione al tema del concorso: l'autore infatti non chiama in causa la solita imponente cattedrale di pietra, barocca o rinascimentale, per giunta popolata di preti o sagrestani, ma una magnifica cattedrale di sabbia, forse metafora dell'esistenza, che il lettore non può far a meno di vedere con gli occhi pieni di meraviglia di quei bambini. Nel finale si torna alla situazione iniziale e l'autore, ancora una volta, non si affida alla via più facile, al lieto fine, ma preferisce la sospensione, l'apertura al futuro, nella speranza e nella paura. In definitiva una storia profonda e intrigante, scritta con solido mestiere. Francesco Barbi, su L'uomo della sabbia

Libricino scoperto in maniera del tutto casuale e divorato in un baleno. Brasili è riuscito a mio avviso, nel miracolo di condensare una storia che la maggior parte degli scrittori avrebbe trattato in un tomo da un kg almeno, in pochissime pagine (24 esclusa una per la nota biografica dell'autore). Scrittura agilissima, senza intoppi, tutto misurato, senza facili e inutili eccessi. Atmosfera cupa e sognante evocata con rarefatte ed eleganti pennellate. Foto in copertina azzeccatissima. Davvero una piacevole scoperta, forse proprio perchè casuale e incondizionata da qualsiasi fattore esterno confondente... Bravo Brasili Una storia deliziosa, che ci propone una nuova interpretazione per fatti noti. Proprio per questo è stato piacevole riscoprire la crisalide di quello che è lo stile di Luigi di oggi. Utenti anobii su La strega di Beaubois


Ho finito ora di leggere "La stirpe del sentiero luminoso" e devo dire che è stato un vero piacere... molto coinvolgente e ben scritto... ovviamente non sono una critica letteraria, però sono un'assidua lettrice, quindi credo che anche il mio modesto parere possa farti piacere. Bravo, veramente. Rossella, su La stirpe del sentiero luminoso

Complimenti allo scrittore...mi hai fatto viaggiare in un mondo che non conoscevo, anch'io ho salvato Lor; mi sono sentita proprio nella storia, un'amichetta di Findo! Le parole con cui hai chiuso il libro sono tanto forti da far scendere una lacrima...di drago! Baci e ancora complimenti! Arianna (cognatina) su La stirpe del sentiero luminoso

é un capolavoro.. ieri sera sono arrivata alla taverna di Terel tutto d'un fiato.....e stamattina il primo pensiero è stato a Lor...sei grande e tutti i complimenti che sono usciti fuori ieri te li meriti tutti. L'unica cosa che mi dispiace è che mancava papà, ma sono sicura che è fiero di te,come tutti noi! Tvb. Ci vedrei anche la trama di un gran bel film fantasy!!!Arianna (sorellina) su La stirpe del sentiero luminoso

Il suo racconto è bellissimo e lo posterò domani sul blog. Barbara Garlaschelli (il mestiere di scrivere)

Sono estremamente combattuta su questo racconto. E’ inutile dire che io giudico con il mio metro, che i racconti che reputo i migliori sono quelli che mi trasmettono particolari emozioni e una cosa che per emozionarmi deve piacermi. Che so come voglio che siano scritti, ciò di cui voglio mi parlino. Non è una trama che mi fa impazzire come lettura, per il tema soprattutto, sostanzialmente perché non è una trama che scriverei mai.
La parte che invece mi sorprende e di brutto è che stilisticamente è esattamente come la scriverei (ammesso che riuscisse bene, che i risultati non si sanno mai), come la vorrei. Ogni singola pausa, ogni virgola o punto, ogni corsivo, ogni scelta linguistica e lessicale, è assolutamente come lo vorrei per me. Non c’è una singola cosa che in questo senso non mi piaccia, a partire dalla lunghezza delle frasi, brevi laddove devi fermarti a pensare per accumulare emozioni sempre più forti, mai scontate. Lunghe quando mira ad allentare la tensione. E’ quella musicalità che ricerco, impiega l’attenzione che voglio dare alla lettura. Non c’è una sola cosa che non mi vada a genio, e anche se la storia di per sé non è fra le mie preferite, la racconta in un modo che mi ha catturato comunque e tenuta incollata fino all’ultimo rigo. Non è ciò che fa, ma è come lo fa, che crea la differenza.
Non c’è che dire, per come è fatta l’ho semplicemente adorata. Ma parecchio.
Scritta in qualunque altra maniera, non mi sarebbe piaciuta per niente. Ma stilisticamente la ritengo senza punti deboli, come in nessun altra storia che ho visto nell’antologia. Tiziana (su Forse domani).


Quasi una filastrocca da giallo alla Agata Christie.Un’idea originale.
Un finale alquanto vendicativo, mi è piaciuto!
E’ una filastrocca… ma bella!!!
Bella! Non si perdono 3 ore in particolari noiosi. Dritta e agghiacciante con 1 finale lugubre ma quasi soddisfacente.
Coinvolgente, complimenti!
Semplicemente fantastico!!! Complimenti!! Un’idea originale per passare una serata di halloween all’insegna del vero terrore!!!
Miticaaa!!! Mi ha fatto venire i brividi!!! Dritto al dunque senza stupide descrizioni. Miticooo!
Cavoli!!! Fosse l’inizio di un film faresti affaroni! Bella. Mi piace
Utenti di "raccontiOltre" su La settima preda
Non concordo con Cris, a me sembra un bilanciamento perfetto tra le parti. E mi è davvero piaciuto, un inchino. Meph
Complimenti Luigi, scritto bene e dal finale sorprendente. Hai stoffa! dilungati la prossima volta.
Un organigramma, belle parole, piaciute molto le allitterazioni. Bello.
Bello davvero! Complimenti!
Utenti di "raccontiOltre" su Seraphim
Esoterica… quasi satanica… bambini mangiati, corvi e demoni… un sabba ridondante… carina e originale!!!
Complimenti Luigi, scritto bene e dal finale sorprendente. Utenti di "raccontiOltre" su ABC

Sai, non mi aspettavo un racconto così giacchè ti ho conosciuto in tutt'altre vesti, letterarie intendo, non lavorative naturalmente. Perciò sono rimasta colpita per le parole semplici e bianche della tua storia semplice e bianca, da ragazzo. Non so chi sia Marco (non credo sia tu) e tanto meno Caitlin ma di certo sono due persone fortunate, beneficiate dalla grazia. Anche tu sei beneficiato dalla grazia del dono magico della scrittura e quindi anche tu sei tra i fortunati. Ti ringrazio, Che devo dirti, che il tuo racconto mi è piaciuto molto?! E' scontato, comunque te lo dico lo stesso perchè mi fa piacere. Anna (su A presto Caitlin)

Ho letto solo ora, tutta d'un fiato, la pagina che ho lasciato aperta dopo averti inviato il messaggio: forte, coinvolgente, fortemente evocativo. La scelta sintattica, la presenza delle similitudini di animali lascia al lettore una suggestione particolare. C'è poi la suspence e, in breve, un "trapasso" straordinario, forse appena appena un po' troppo veloce, ma convincente. Complimenti davvero! E sai che non dico bugie e non adulo nessuno! Anna Maria (su C'è tutto un mondo intorno)

Quando ho capito che c'era di mezzo una sorella ho pensato al "colore di una lacrima" e ho detto guarda te se non mi fa piangere un'altra volta. Devo dire che la mano che ha toccato le mie lacrime è stata la figura dei due sposi; t'arrivano dritti. Bravo Luigi. Continua così. Federica (a proposito de Il viaggio di Sekou)

Ciao, Luigi. Ho letto d'un fiato i tuoi due libri: bellissimi! Sia il gioiellino de La strega di Beaubois che l'avvincente Lacrime di drago. Che dirti? Sei un grande Scrittore. Giancontardo Colombari.

Motivazione della giuria del premio AlberoAndronico 2009 (Varriale, Franzelli, ecc...) per il racconto vincitore nella sezione Lo sport: Piacevolissimo il controcanto tra passato e presente. Tenera l'operazione nostalgia, dosato il ricorso all'amarezza della vita. Una scrittura scorrevole e accattivante. Impeccabile lo stile.

Mi ha preso fino alla fine. Mi sono impicciato solo all'inizio con un flash back e poi con qualche scena della battaglia finale. Anche se la scrittura è piana per un pubblico che "adolesce" non mancano perle poetiche e poi c'è questa terza persona usata come si deve, passando in soggettiva da un personaggio all'altro, addirittura nel drago, come Hemmingway con il leone ne La breve vita felice di Francis Macomber e poi non ho mai sentito il peso dei vari cambi di visuale, sei proprio un vero "animale" da scrittura, tanto di cappello. Very Happy Direi un libro "eroico", proprio come gli "eroi" di Vogler; bravo e bravo. Si va avanti, no? Ciao. Alberto

Ciao Luigi, Ho letto la tua critica sul mio romanzo "...", volevo ringraziarti per le belle parole e per la tua personale lettura dell'argomento. Tu sai che è sempre difficile essere letti, poi quando riesci a prendere l'emozione del lettore, allora sei davvero contento. Spero che prima o poi potrò stringerti la mano di persona. Grazie ancora per le cose che hai detto e tanti in bocca al lupo per le cose che hai scritto e scriverai. W. D. P.

Mi è arrivato a casetta per una serie di circostanze fortuite... E ne sono rimasta completamente rapita e soddisfatta. Un racconto breve, scritto in maniera scorrevole e magistrale dalla mano di quel grande che è Luigi Brasili... Un pezzo che sicuramente non può mancare nella vostra biblioteca, quello della stregaccia del bosco. Per chi ama le storie cariche di sentimenti forti, di misteri e, soprattutto, per chi apprezza il saper scrivere cose sensate e BELLE: leggete questo racconto, ne vale sul serio la pena... Non spoilerò nulla riguardo alla storia, il racconto è breve e và gustato in tutto e per tutto per la sua essenza... Dal blog di Federica D'ascani in merito a "La strega di Beaubois"

In La settima preda è incredibile come nello spazio di poche righe, sia riuscito a creare una storia, una folle paura e un epilogo che stravolge il tutto: è davvero bravo e apprezzo se non il genere, che no prediligo, il suo modo di scrivere: diretto, senza mezzi termini e che arriva al lettore come un avviso urlato…i suoi scritti mi ricordano le poesie di Allen Ginsberg in Urlo e spesso, per la chiarezza, del medesimo autore Kaddish. Con Sangue e buio non credo dormirò molto la notte… fermiamoci allo stile: pulito e certamente chiaro, la storia arriva e certamente colpisce il lettore e lo aiuta a farsi delle domande sulla dottoressa e sul perché della ricerca in questione. L’ho apprezzato e, nonostante il genere non mi sia familiare, credo nel suo modo di scrivere e nelle sue possibilità. Grazia.

Ma quanti bei racconti per "I giorni dl vino e delle rose"! "Monterullo" è di Luigi Brasili. Dal blog di DiVinando

Ciao Luigi, Ho appena finito di leggere "La strega di Beaubois"; ieri sera fu letto da mia moglie e le osservazioni sono state le stesse: semplicissimo e molto bello. Riesci a rendere le atmosfere in maniera lineare e senza un minimo di saccenteria: complimenti vivissimi. W.D.P.

Ora non vorrei sembrare troppo riverente, ma a volte mi capita di entrare in una sorta di "modalità abulica" e smetto di scrivere. In questi casi, deve accadere qualcosa di particolare, come vedere un film interessante, o ascoltare una notizia bizzarra o, nello specifico, leggere qualcosa di stimolante (di solito Altieri, che ha uno stile piuttosto potente). Uno dei tuoi racconti mi ha fatto questo effetto. E per questo ti ringrazio - Nunzio Donato

Salve, ho letto il racconto breve La mano morta sul sito del Centro Studi Opifice e davvero desideravo complimentarmi: un buon lavoro e ben congegnato. Ho particolarmente apprezzato l'ironia con cui è stato condotto il racconto. Grazia.

"Una accoppiata di autori per il terzo posto, chiamo infatti Luigi Brasili e Andrea Franco, uno di Tivoli, l'altro di Ostia che hanno scritto a quattro mani "L'ultimo spettacolo"; motivazione: presenze, evanescenze, fantasmi su un viale del tramonto. Gli autori dimostrano una maturità di scrittura e raffinatezza di stile, una sommessa malinconia e un amore per la settima arte notevoli. Una ghost-story elegiaca e nostalgica. A dispetto del titolo, speriamo che per questi autori... lo spettacolo continui..." Giuria del Premio AlberoAndronico - Sala Promoteca del Campidoglio, febbraio 2008.

ho letto il tuo racconto sull'antologia "Tutti i colori dei bambini" e l'ho trovato davvero toccante. Complimenti! - Sara T.

ciao luigi, sei proprio sorprendente!! - Pinu

commenti su "D" dal forum de - La Penna Blu

Ciao Luigi, volevo ringraziarti e farti i complimenti per il tuo "La Strega di Beaubois", che ho ricevuto e letto tutto d'un fiato! Originale il finale. Avevo sperato fino alla fine che la signora azzurra c'entrasse qualcosa col "caso" Bernadette; la citazione di New Orleans e di Louis, poi, è stata una piacevole sorpresa... Ancora bravo! Auguri di buon Natale. maria g.

Finito di leggere il tuo libro, lacrime di drago, fatto in poco tempo perchè non mi è per niente costato sforzo. Si lasciava leggere un bellezza, scivolava negl'ingranaggi come le catene della bicicletta ben oleate. Bravo, Bravo, Bravo. Nella parte finale era come se sentissi il rumore della battaglia e il drago che volava sulla testa dei fanfir. Se dico altro, forse divento retorico; però, forse, è bene darti calore, perchè ho capito che non sei uno che si monta la testa, ma, al contrario, c'è l'hai sempre al solito posto, e cioè, sul collo, come diceva Totò. W. D. P.

...Tra le opere finaliste troviamo veri gioiellini come D'ombre e nebbia di Luigi Brasili, che sembra uscire dalla penna di Sclavi... Dal blog di Andrea Borla

ancora commenti su "D" dal forum de - Writers Magazine

Odore di fuochi e di rose Questo è ciò che ho respirato leggendo La strega di Beaubois di Luigi Brasili. E molto di più. Ma questo, soprattutto, è rimasto a me, alla mia mente, ai miei sensi. Cos'altro dovrebbero essere le parole, certe parole, se non "trappole" per odori, sensazioni, brividi che, magia dell'arte dei suoni e dei segni grafici, riescono a riportarci in pieno in un mondo vivo. Come viva può essere la pagina scritta quando le parole che la "segnano" riescono a essere altro da se e mutarsi in gesti, sguardi, dolori. Dolori antichi e sempre vivi, come certe piante che non riescono a morire, nonostante il gelo dell'inverno. Odore di fuochi e di rose. Misti, mescolati in un tutt'unico. Aspro e dolce. Odore unico che s'insinua tra le casupole d'un villaggio perso ai bordi d'un bosco. Il mitico bosco sempre celato tra le pieghe più intime del nostro essere. Eppure vero. Vero bosco, con veri alberi, con vere paure di veri esseri che si sono persi. E che si perdono. Ancora. Un mitico bosco che ha veramente visto, tra i labirinti dei suoi rami scheletrici, orrori. Quegli orrori che fanno impallidire certi scimmiottamenti cinematografici e pseudoletterari. In questo racconto è magistralmente descritto un bosco vero. Tanto vero da essere sempre vivo, sempre presente. I suoi aculei, anche. Che s'incuneano e fanno male. Da queste nostre ferite fuoriesce un balsamo, come quello che riescono a secernere gli aberi feriti. Certi alberi. Solo che, invece d'essere color ambra e profumare di fresco pino speziato, questo nostro balsamo è di colore neroinchiostro e profuma di fuochi e di rose. Che questo nostro sangue nero e profumato possa servire. A qualcuno. A qualcosa. Giovanni Buzi

Come vuole la serie, anche Lacrime di Drago è un fantasy semplice e accattivante, indicato per lo più per un pubblico giovanile, attratto più dall’onore di gesta cavalleresche che da lunghe ricostruzioni psicologiche e originalità ricercata a tutti i costi. Siamo quindi sì alle prese con una storia che vede buoni sentimenti e valori al primo posto, strutturata attorno alle vicende di personaggi piuttosto standard della cultura fantasy, ma Luigi sfoggia comunque momenti di grande narrazione e cura stilistica (basti solo pensare alla lunga battaglia finale, dove il romanzo raggiunge il suo climax), ritmo e accuratezza lessicale, elementi che stimolano curiosità e voracità di lettura. Ogni parola è studiata con attenzione, e si nota chiaramente la meticolosità nella costruzione di frasi, metafore e dialoghi. Tutto è dosato con il massimo scrupolo, e non c’è una sola virgola di troppo in tutte le 128 pagine del libricino, pagine che si divorano con gran piacere, anche visivo, grazie alla cura posta dalla Delos nella realizzazione del prodotto finale. Certo, immancabili alcune ingneuità che potevano essere sforbiciate senza troppi ripensamenti, e qualche refuso ma la cadenza mensile della collana deve aver influito non poco su queste mancanze tollerabili. Resta il fatto che Lacrime di Drago è un romanzo piacevole e ottimamente scritto, e il prezzo invitante che lo contraddistingue, nonché la facile reperibilità anche in libreria, dovrebbero abbattere gli ultimi ripensamenti, obbligare all’acquisto e supportare così non solo la narrativa principalmente underground, ma soprattutto quella di qualità. Dal blog di Simone Corà.

 



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